Zuzzurri e grida

Far di necessità virtù. Non so chi l’abbia inventato questo concetto, ma conosco diversi che ne hanno adottato la sostanza, con spudoratezza più o meno velata.

C’era una volta un tale nel cui nome era segnato un destino. Alexander Graham Bell.

Bell vuol dire campana.

Il mio vicino è “sordo come una campana”. Si dice, no? La mamma di Bell era più sorda del mio vicino. Sua moglie pure. Ma come si fa a definire sorda una campana? Provate a starci sotto. Sordi ci diventate voi. Ora, non chiedetemi se la mamma di Bell, sua moglie e il mio vicino siano mai stati dentro una campana perché non lo so. L’unica cosa certa è che il tizio in questione capì che quella cosa a forma di enorme bicchiere barocco rovesciato, con batacchio pendulo e cinquanta sfumature di ossido, emetteva suoni.

Non so se altri se ne erano accorti prima, ma Lui, anzi, Egli sì, e desunse, dalle sue attente osservazioni scientifiche, che la campana è una cosa che se la sballottoli la domenica mattina fa una tale cagnara bestia da indurre non pochi fedeli a valutare la possibilità di convertirsi all’islam (salvo poi vedersela col Muezzin che all’ora della preghiera comincia a squarciagolàre e a far rimpiangere il delicato smapanellìo).

Adesso, una domanda per voi: come si calcola una misura lineare? In metri, naturalmente (mia nipote che a scuola c’aveva tutte A conosce pure il decametro). Come si calcola il peso di qualcuno che pesa tanto? In kilogrammi, talvolta in quintali. E via di seguito.

Il campanaro dalla mamma sorda dribblò tutte le possibili questioni e passò al dunque: Come si calcola l’intensità di un suono emesso? Bella domanda. Così, se sei il primo a pensare a una domanda scema, hai anche il diritto di dare il nome all’unità di misura che ne determina la risposta. Il sig. Metrònio inventò il metro, il Cav. Litrùsio inventò il litro. Mr Bell inventò il Bel, l’unità di misura derivata dal suo nome, sebbene orbata di un’eccedente L. Così, giusto per abbreviare. Nei libri di fisica il nome non ci stava tutto, Bell con due L effettivamente era troppo lungo.

Bell inventa il Bel. Però l’ha inventato troppo grosso, forse perché l’ha tarato proprio su una campana. Che te ne fai di un Bel così enorme?

È come se Metrònio avesse inventato il kilometro e l’avesse chiamato metro. Di colpo Magalli diventerebbe Gulliver. Allora, per farne un uso più esteso, si è adeguatamente pensato di frazionare e decimare l’entità, così, sminuzza che ti risminuzza, ecco bell’e pronto il Decibel.

Qualche decennio dopo ci avrebbe pensato Micheal Bay a riportare il “suonòmetro” a grandezze tali da far sembrare una campana più simile al sonaglio di un micio. Eppure, stranamente i film del Sig. Bay non misurano in Kilobel, ma sempre in Decibel, perché ormai il nome era stato dato. E quando si da un nome ad una cosa la si consegna all’eternità.

Nel frattempo, qualche km più a nord-est un tale di nome Ingmar Bergman (uno talmente allegro che in confronto il Carmina Burana di Carl Orff è Kiss me Licia) si rendeva motore ignaro di un fenomeno che avrebbe trovato applicazione molto più a sud, nella penisola meno bergmaniana che si possa immaginare: nel cuore della Terra dei cachi.

Più specificatamente nel cinema italiano contemporaneo.

Chiamò un suo film Sussurri e grida. Anzi, Viskiningar Och Rop. Ma siccome Morandini non riusciva a pronunciarlo senza sputacchiare via la dentiera, lo si è reso come tutti lo conosciamo.

Sussurri e grida.

Due parole che descrivono l’ampio spettro delle capacità recitative degli attori italiani contemporanei: recitano in due modalità. C’hanno il tasto dietro l’orecchio. O recitano in modalità “sussurri”, quindi sussurrano (e non si capisce uno scragnafruzzo), o recitano in modalità “grida”, quindi gridano (e non si capisce uno scragnafruzzo).

Così il cinema italiano, o gran parte d’esso, s’è rintanato in quei soliti ambienti interni grigioscuri, con mariti che scornazzano le mogli e madri che urlano con figlie emo che ascoltano i modà e parlano con la stessa intensità espressiva di Siri quando non capisce i comandi vocali impartiti durante uno starnuto.

«Ehi, Siri, apri lascptrhschhhemhhhhhcciuuuuù!»
«Non ho capito» 

Piatto.

Perché a metà tra la modalità A e la modalità B c’è una posizione neutra dove vengono azzerati i toni medi. Un dialogo pensato in toni medi è un dialogo piatto. Provate ad ascoltarlo ad occhi chiusi. In confronto Siri è la Magnani. Insomma, se non bisbigliano gridano e se non gridano recitano come Siri. Non una sfumatura in più. Nel cinema italiano si prediligono i valori estremi, appiattendo quelli intermedi. Perché noi italiani siamo gente semplice e amiamo semplificare.

In taluni casi, al posto della modalità “sussurro” è prevista anche la possibilità di settarsi in modalità “zuzzurro” – perché quànno dovémo fa’ rìde, sémo sempre li mèjio.

Così, una volta individuato il criterio oggettivo lo si scompone e se ne trae la formula.

Data, perciò, una scala logaritmica riferita a un valore di espressività recitativa, è possibile calcolare l’intensità del coefficiente denominato Pathos (P) secondo un’unità di misura intesa a decifrarne la densità. Tale scala parte da valori negativi, inferiori allo zero, denominati sussurri, a valori isterici, superiori a +100, denominati grida, passando per i valori sirìaci, posizionati sul piattume della fascia intermedia, solitamente pari a 0.

Per dar ordine a tanta imbecillità algebrica, si è pensato di estrarre un’adeguata unità di misura, calcolata in DeciBerg (in oltraggio all’ignaro autore sveziano). Poi si posiziona il decibergòmetro vicino allo schermo e si comincia a misurare: questo è utile per stabilire se Silvio Muccino sussurra, grida o sirìzza.

Il valore medio calcolato si ottiene come segue: sommando i toni sussurrici (-S) ai toni grìdici (+G) ai toni sìrici (sir, il cui valore è sempre uguale a 0) e dividendo per 3 si ottiene il valore Pathos (P) espresso in Deciberg (db).

Ad esempio, il pathos di Muccino è uguale a -275 +322 +0 / 3 = 15,666666667. Arrotondando possiamo dire che il Pathos di Muccino è pari a 15,7 db. Un valore molto vicino allo zero di Siri (che secondo me recita meglio!)

Talvolta quando grida, però, parte pure lo sputazzo. Serve a dare più realismo. Questo farebbe salire il valore di qualche punto. Più o meno 16,2 db.

Una volta ho misurato il mio minipimer.

Segnava 18,4.

Tre ore dopo è arrivata la sua candidatura al David di Donatello.

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