Plechelmo il rancoroso

La butto lì. Secondo me ti chiami Eustorgio. O Gerlando, se non addirittura Plechelmo. Ma sì, forse Plechelmo. Ti si addice. Anche Abruncolo e Clodolfo non erano male, però d'istinto direi proprio Plechelmo: suona di un bene... Pensa che geni i tuoi genitori: quando stavi ancora nel pancino della mamma, i nomi possibili per un... Continue Reading →

Zuzzurri e grida

Far di necessità virtù. Non so chi l’abbia inventato questo concetto, ma conosco diversi che ne hanno adottato la sostanza, con spudoratezza più o meno velata. C’era una volta un tale nel cui nome era segnato un destino. Alexander Graham Bell. Bell vuol dire campana. Il mio vicino è “sordo come una campana”. Si dice,... Continue Reading →

Il tragitto della serietà

Una cosa che mi piace di te è che non ti prendi mai sul serio. Ti sbagli, dolcezza. Io mi prendo MOLTO sul serio. Sappilo. Di solito la mattina presto. Capita sempre durante il tragitto che va dalla camera da letto al bagno. Il tragitto della serietà. Poi, però, in bagno, la prima cosa che... Continue Reading →

Il piano dei Fratelli Marx

"Tu c'hai tutti e cinque i Fratelli Marx nel cervello" Me l'ha detto un'amica qualche giorno fa. Lo prendo come un complimento. Secondo me voleva esserlo. Spike Milligan, attore ma soprattutto autore comico (per intenderci, è quello che ha fatto scrivere sulla sua lapide "ve l'avevo detto che stavo male") disse che ai Marx mancavano... Continue Reading →

Catarsi addosso

"In questo paese ci sono più scrittori che lettori" "Io scrivo perché per me è terapeutico" "Scrivere è un'esperienza catartica" "Metto le mie emozioni nero su bianco" "Una volta qui era tutta campagna" Potrei aggiungere: "Il film è un pugno nello stomaco, ma merita", e: "Hai mai provato a buttare una carta per terra in... Continue Reading →

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